• 14 Settembre 2018

#NoiConVoi2018, un viaggio, una scalata, le scoperte e mille pensieri

#NoiConVoi2018, un viaggio, una scalata, le scoperte e mille pensieri

Comincia tutto all’uscita di Bisignano, 28,2 chilometri dopo la partenza, dove la chiesetta di pietra è inagibile e tenuta su da travi di legno. Dopo un breve tratto in discesa, la strada svolta a destra e in meno di un chilometro pedalate ci si trova sull’unica salita di giornata: quella che condurrà all’arrivo di Balzo di Montegallo. Il torrente scorre in basso sulla destra, gli alberi formano una volta verde che avvolge la strada. Di fronte, ma più in alto, le case di Piano spuntano fra gli alberi. Curva a sinistra con il bivio che indica la piccola frazione e si comincia a salire. In tre chilometri si passerà da quota 613 a 874…

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Piazza Ventidio Basso: si parte
Ci siamo messi in movimento da piazza Ventidio Basso ad Ascoli Piceno e lungo un dedalo di vie e rue abbiamo ritrovato la cara, vecchia via Salaria che da Porta Romana ci ha condotto verso la montagna in direzione di Roma. E’ il tratto che nelle precedenti edizioni di #NoiConVoi si percorreva in discesa e che il 21 ottobre si affronterà in entrambi i sensi. Si va e si viene sulla stessa strada: un percorso circolare ci sarebbe anche stato, ma si sarebbe trattato di scollinare oltre quota 1.000 in una stagione problematica, lungo una strada riaperta al traffico da pochi giorni dopo una chiusura di mesi e a capo di una salita troppo lunga e dura per tanti che negli anni passati hanno sposato questa causa.

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A Mozzano, una salina dal fiume
Al chilometro 6,9 c’è Mozzano, paesino sorto attorno a una fortezza costruita dai romani lungo la via Salaria (così detta perché tracciata da Roma fino al Mar Adriatico, per l’approvvigionamento di sale) lungo la sponda sinistra del fiume Tronto, che viene attraversato su un ponte del 700, al di sotto del quale ancora oggi si trova una sorgente di acqua salata da cui, per evaporazione, si otteneva il sale da cucina.
All’uscita dal paese, un incrocio in cui è d’obbligo tenere gli occhi aperti ci fa immettere sulla moderna Salaria, che sarà percorsa per circa 600 metri, fino alla svolta a destra sulla strada della Val Fluvione, contrassegnata dalle indicazioni per Macerata e Amandola. Lasciamo la Salaria che invece fa rotta verso Acquasanta Terme, ed entriamo nel tratto che al chilometro 13,5 ci propone le case di Roccafluvione: paese conosciuto per il suo tartufo nero.

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Uscerno, sagra della castagna
Dopo tre chilometri, passati tirando leggermente il fiato in pianura, guardando i boschi sulla destra e sentendo scorrere il Fluvione sulla destra, un breve strappo dopo l’altissimo ponte di pietra introduce la svolta a sinistra, seguendo la segnaletica per Montegallo. Inizia il tratto più suggestivo del percorso.
Si sale costantemente e a strappi con pendenza fra il 3 e il 7 per cento. Il Monte Vettore davanti agli occhi ogni volta che gli alberi liberano la visuale è l’orizzonte da conquistare, mentre si pedala affiancando un vecchio mulino, qualche rudere e case di campagna i cui abitanti sono dediti allo sfruttamento della terra e del bosco. Si sta per entrare nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Le case di Uscerno, 90 abitanti in tutto, arrivano all’improvviso dopo una curva a destra. Il vecchio mulino vicino al fiume Fluvione che costeggia il paese, il rione Le Tofa e la piazza della noce dove ogni anno si svolge la sagra della castagna, con marroni esclusivamente di produzione locale, dolci tipici, caldarroste, polenta con funghi porcini. Castagneti verdi bordano il cammino del gruppo, che prosegue la sua marcia allegra verso Bisignano.

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Il Vettore all’orizzonte
La strada entra ed esce da speroni di roccia e vallette laterali, in un avanzare sinuoso e ripetitivo, con placche di tufo sulla destra e lo strapiombo a sinistra. Querce e castagni, ginestre. Asfalto dalla grana grossa. Quando la terra tremò, la gente qui scese in strada, ma non vide i muri sbriciolarsi come dall’altra parte del passo del Galluccio, dove gli edifici franarono portando con sé le vite di persone innocenti. Qui la scossa c’è stata, ma la montagna è stata a suo modo gentile. Si è spostata in blocco, portando con sé le case. Montegallo non è più agibile, ma nessuno quella notte e poi il mattino del 31 ottobre perse la vita. La seconda volta, erano già andati tutti via. A Bisignano, come detto, si comincia a salire…

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Due tornanti molto… simpatici
Si sale subito in modo deciso, spostandoci sul lato sinistro del fiume. Il fatto che la strada sia tutto sommato rettilinea dà la sensazione della lentezza: l’orizzonte sembra inafferrabile.
Il primo tornante verso sinistra consente di tirare il fiato, ma immette in un settore piuttosto severo in cui la pendenza sfiora il 10 per cento fino al tornante successivo verso destra. Qui, aggrappandosi alle buone motivazioni e al nobile fine di #NoiConVoi2018 ci sarà da stringere i denti per gli ultimi 1.600 metri: i primi 1.000 praticamente dritti, con il Vettore davanti a farti sentire piccolo davvero e il Centro Polifunzionale (per la cui tettoia cui si pedalerà sulla destra), gli ultimi 600 scanditi da due tornanti che portano nel cuore del paese deserto.

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Nel paese fantasma
Il ristoro a questo punto sarà una benedizione. Darà il modo di aspettare chi ancora starà facendo i conti con la salita e guardarsi intorno, cercando di capire cosa possa essere stato fuggire di casa con il cuore in gola e doversi rassegnare, almeno finora, a un paese non più accessibile.
Riprendiamo bene le forze e la lucidità. Quando infatti il gruppo si rimetterà in movimento passando per la stretta via che attraversa il paese e prendendo la discesa verso Santa Maria in Lapide, si dovranno tenere gli occhi aperti. La strada è stretta e dopo un tornante sulla sinistra un brevissimo tratto di strada bianca esigerà di andare piano e con gli occhi ben aperti. Ci saranno segnalazioni, bandiere, cartelli e avvisi, ma i freni li avrete in mano voi: occhi aperti. Poi la discesa ci riporterà a Bisignano e da qui sarà un gioco tornare verso Ascoli, con la sola insidia della salita di Mozzano, che ben conoscete dalle precedenti edizioni, che dividerà quelli stanchi da quelli ancora freschi: è un dentello di 700 metri, poi ci sarà soltanto da pedalare in scioltezza e arrivare, con l’acquolina in bocca per il pasta party che ci attende…