La mail di buon mattino arriva da Massa, dallo studio grafico di Tuttogare. La firma Cinzia.
Poche parole: «Buongiorno, volevo informavi che il materiale ordinato è pronto per il ritiro…».
Si tratta delle frecce segnaletiche gialle e delle placchette da manubrio che per il secondo anno Ennio Bongiorni ha accettato di realizzare per #NoiConVoi.
Questa volta, fermo restando il logo, la dedica nella parte superiore è chiarissima: «Un solo capitano: Michele Scarponi».
La riga inferiore è altrettanto chiara: «In bici contro la paura e l’indifferenza».
Già, l’indifferenza…
Quanti saremo quest’anno? E’ stato uno dei punti interrogativi più grandi al momento in cui decidemmo di ripartire.
Ce la faremo a mettere insieme una somma che ci permetta di dare un seguito ai nostri progetti, ora che l’effetto emotivo dei telegiornali è calato e si comincia a pensare al terremoto come a una pratica da archiviare?
Già, l’indifferenza. E l’indifferenza genera la paura in chi resta. La paura di essere lasciati da soli. Dimenticati. Sopportati. Poi lentamente allontanati. Sfocati…
«Hanno ricevuto un sacco di soldi – dice l’uomo del bar – più di quanti io ne avrò in una vita…».
Eppure le pietre sono ancora là ed è impossibile fare finta che non ci siano. E sotto le pietre ci sono le biciclette dei bambini e i ricordi degli anziani. Guardiamo i germogli di rinascita di cui abbiamo parlato nel lanciare l’edizione 2017, va bene, ma quando passeremo sotto Pescara del Tronto e poi Arquata, Grisciano e anche Posta, buttiamo l’occhio verso quelle crepe e quelle pietre. Perché le persone che ora potrebbero sembrare grate per le casette di legno hanno perso tutto e non può essere il battage dei media a fare la differenza fra la solidarietà e l’indifferenza. Non hanno più nemmeno un cimitero in cui pregare i loro morti, perché è giusto che si pensi prima ai vivi, ma la memoria… alla memoria chi ci pensa?
Guardiamo bene quelle frecce. Poi guardiamo bene per cosa stiamo lavorando. Dovremo averlo ben chiaro di qui al 15 ottobre. Nulla è davvero aggiustato, nulla è da dimenticare. Guardiamo la foto di quell’uomo col capo poggiato a un muretto distrutto e chiediamoci se a distanza di un anno possa aver ritrovato la pace. C’è un mondo che ha bisogno di ripartire. Ci sono aziende che hanno investito e gente che si è rimboccata le maniche. E noi? Sta anche a noi fugare la paura e rifiutare l’indifferenza.
Michele lo avrebbe fatto al nostro fianco. Sarebbe stato il nostro solo capitano. Mi piace pensare che lo sarà ancora…