Non vi parleremo di macerie, ne vedrete certamente a sufficienza lungo la strada. Sono ancora lì, tutte, nulla è cambiato e poco si è fatto perché accadesse. Ma la prossima edizione di #Noiconvoi vuole decisamente voltare la pagina, fermandosi ad ammirare i fiori, anche piccoli, che si stanno facendo largo fra quelle rovine.
Per questo, in questa fase di selezione degli obiettivi, di concerto con l’Accpi abbiamo valutato di destinare i fondi che raccoglieremo a tre realtà che hanno investito o investiranno per la pratica sportiva fra i ragazzi di queste terre.
Seguiteci allora lungo il percorso, tranne qualche piccola variante lo stesso del 2016, vedrete che non mancano gli spunti per dire che la gente a vario titolo sta cercando di ripartire.
A Posta, dove dei vistosi puntelli di legno consolidano l’edificio in cui lo scorso anno ci venne servita quella magnifica colazione, si sta lavorando per costruire un percorso ciclabile protetto per i bambini e intanto si rinforzano le case rese inagibili dalla scossa del 30 ottobre, sperando che le famiglie costrette a partire trovino il coraggio per tornare.
Ad Amatrice, in un quadro da città bombardata, si respira lo straordinario abbraccio dei volontari e intanto si lavora per riportare a casa chi se ne è andato. Abbiamo incontrato Sergio Pirozzi, un omone concreto e forte, che da mesi sta caricando su di sé il drammi dei suoi concittadini.
«Cosa dice, sindaco, l’anno prossimo facciamo la partenza da qui, da Amatrice?».
«L’anno prossimo, amico mio… Chissà se ancora campo l’anno prossimo!».
Ma intanto nella cittadina in provincia di Rieti si sta terminando il liceo sportivo, che avrà bisogno di attrezzature e ispirazione. Noi ci saremo.
Poi la Salaria scende e passa davanti al Centro Commerciale Monti della Laga di Accumoli, ancora in costruzione. In alto ci sono le macerie del paese, sotto si lavora per restituire il lavoro a chi non l’ha più.
Continuando verso il Piceno, si arriva a Grisciano e, proprio di fronte alle rovine del paese, l’Associazione Amici di Grisciano sta ricostruendo il centro sportivo che diventerà probabilmente il punto di aggregazione per i ragazzi dei paesi limitrofi. Nel campo sportivo di Borgo di Arquata sono state montate le casette: quel bellissimo prato verde che si specchiava nei Monti della Laga e all’ombra dei Sibillini, non vedrà più un pallone per chissà quanti anni a venire…
Un chilometro ancora e ai piedi delle rovine di Pescara del Tronto, dove ci fermammo lo scorso anno per qualche minuto di silenzio ai piedi del monumento costruito dai Vigili del Fuoco, incontreremo il primo villaggio di casette, con i giochi per i bimbi, le parabole sui tetti, la piccola chiesa e una parvenza di normalità, mentre a poche centinaia di metri il cantiere della fabbrica Tod’s di Arquata fa sperare anche nel ritorno del lavoro. Allo stesso modo, il vecchio Filotei non ha rinunciato a riportare quassù la sua attività. E’ un mondo in fermento, fra paura, incertezza e voglia di ripartire.
Ad Arquata intanto sta per riaprire la scuola. Quanti saranno i ragazzi che torneranno dopo quasi un anno sulla riviera adriatica? Cosa si può fare per dargli un motivo di aggregazione attraverso lo sport? Ci sono idee in divenire, come quel pistino di Pump Track costruito a Cagnano di Acquasanta. Presto i nostri progetti avranno forma e destinazione…
Di qui ad Ascoli, l’inferno resterà alle spalle e ci auguriamo che negli occhi rimangano soltanto quei piccoli fiori di speranza. Nelle prossime ora vi racconteremo delle variazioni sul percorso e del nuovo arrivo, per ora riempiamoci gli occhi di speranza. Presto però arriverà il tempo di tirare a lucido gambe e telai…